martedì 18 dicembre 2007

MAURIZIO PALLANTE: La decrescita felice

Oggi vi voglio presentare il punto di vista qualificato di uno specialista del settore:

MAURIZIO PALLANTE (Roma, 1947), laureato in lettere, consulente del Ministero dell'Ambiente per l'efficienza energetica, principalmente attivo come saggista.
Fondatore con Mario Palazzetti, Tullio Regge nel 1988 del Comitato per l’uso razionale dell’energia (CURE). Svolge attività di ricerca e di pubblicazione saggistica nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali.



LA DECRESCITA FELICE

Generalmente si crede che la crescita economica consista nella crescita dei beni materiali e immateriali che un sistema economico e produttivo mette a disposizione di una popolazione nel corso di un anno.

In realtà l'indicatore che si utilizza per misurarla, il prodotto interno lordo, si limita a calcolare,e non potrebbe fare diversamente, il valore monetario delle merci, cioè dei prodotti e dei servizi scambiati con denaro.
Il concetto di bene e il concetto di merce non sono equivalenti. Non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni.

Il libro di Maurizio Pallante "La Decresita Felice" edito nel 2005 da Editori Riuniti, ha un sottotitolo quanto mai esplicativo: La qualità della vita non dipende dal PIL.
Consiglio a tutti l'acquisto di questo interessante, breve ed illuminante volume, capace davvero di far conoscere un altro mondo. E magari capace di farvi cambiare il vostro.


L'INGANNO DI UN'ECONOMIA CHE SPACCIA LA QUANTITA' PER QUALITA'

E' il titolo della conferenza di Maurizio Pallante svoltasi il 10 aprile 2007 ad Avenza Carrara (MS).
Ve la segnalo qui di seguito e vi consiglio di guardarla ma soprattutto di ascoltarla con molta attenzione .. c'è molto da imparare!

Buona visione.

domenica 16 dicembre 2007

Bullismo

Con bullismo si indica un fenomeno sociale tipico delle classi scolastiche, in cui uno o più adolescenti perseguitano sistematicamente e con intenzionalità, con diverse pratiche, un ragazzo più debole. Il bullismo, per essere definito tale, deve presentare le seguenti caratteristiche: le prepotenze devono essere sistematiche ed intenzionali e solitamente è presente una asimmetria fra bullo e vittima .

Gli studi sul fenomeno si concentrano quasi esclusivamente sull'ambiente scolastico. Attualmente, da parte dei mass-media, il termine viene anche usato in maniera più ampia e generica, per riferirsi al teppismo e al vandalismo da parte degli studenti.


Il termine

In Scandinavia, dove hanno avuto inizio le primissime ricerche sul fenomeno, si usa il termine mobbing. Tuttavia, sia nel mondo anglosassone che in Italia, ci si riferisce unicamente ai fenomeni di prevaricazione interni all'ambiente di lavoro. Il mobbing sarebbe dunque il bullismo che avviene tra gli adulti e quello che avviene tra i minori. Entrambi i fenomeni presentano caratteristiche analoghe.
Interpretazioni fuorvianti del termine
Da segnalare la sfumatura inevitabilmente fuorviante del termine bullismo. Richiamando l'immagine classica dello studente cretino come non solo prepotente, ma anche dotato di atteggiamenti ribelli e in parte marginalizzato, il bullismo tenderebbe ad essere visto come una variante del vandalismo o del teppismo e quindi una forma di rifiuto delle regole della convivenza collettiva; o come una forma di violenza imposta da un singolo o un piccolo gruppo rispetto alla classe scolastica, sostanzialmente armonica.
Aspetti sociali
L'atteggiamento del bullo nei confronti del più debole, che spesso risiedono nell'invidia nei confronti delle vittime, invidia alimentata da un forte complesso adleriano d'inferiorità. Uno studente brillante, o con una famiglia molto agiata, è vittima del bullo che dimostra la sua superiorità nell'evidenziare i difetti fisici e/o caratteriali della vittima e renderla quindi inferiore, il tutto a vantaggio di una presunta, sconcertante ed irreale gratificazione.

Principali vittime del bullismo sono, secondo gli studi più tradizionali che incentrano l'attenzione sulle caratteristiche individuali, gli studenti di grossa corporatura e/o con i tipici tratti facciali da secchione (occhiali, pettinatura ordinata, abiti sobri), subito riconoscibili, o dal linguaggio molto educato e povero delle naturali inflessioni dialettali.
Studi più recenti, sia in Italia che in particolare in Giappone, ne sottolineano il carattere di comportamento di gruppo; il processo di designazione della vittima dipende dalle caratteristiche del gruppo e dai suoi processi, tipici dell'età evolutiva, di costruzione dell' identità e dall'assetto di potere del gruppo. Sarebbe più opportuno allora parlare di bullismi. Si può parlare di bullismo persecutorio quando la designazione è esterna al gruppo: in questo caso è in gioco la leadership del gruppo (della banda) e la designazione della vittima è più o meno casuale.
Si può parlare di un bullismo di inclusione (cfr. nonnismo) quando le vittime sono i piccoli che devono sottoporsi a persecuzioni perlopiù ritualizzate per essere ammesse nel gruppo. Si può infine parlare di un bullismo di esclusione (cfr ostracismo) laddove la vittima è interna al gruppo (in genere la classe scolastica) e viene umiliata e perseguitata in quanto considerata estranea alla cultura e al modello identitario prevalente nel gruppo.


Il bullismo può essere sia "diretto" che "indiretto". Il bullismo diretto consiste nel picchiare, prendere a calci e a pugni, spingere, dare pizzicotti, appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli, minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti sugli altri o rovinarli. Il bullismo di tipo indiretto invece si gioca più sul piano psicologico, meno visibile e più difficile da individuare, ma non è meno dannoso per la vittima di "turno".

Esempi di bullismo indiretto sono: l'esclusione dal gruppo dei coetanei, l'isolamento, l'uso di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia.
A differenza di quanto si pensi, il bullismo è un fenomeno che riguarda sia maschi che femmine, ma nei due sessi si esprime in due modi differenti. I maschi mettono in atto soprattutto prepotenze di tipo diretto, come aggressioni fisiche e verbali. Le femmine, invece, utilizzano in genere modalità indirette di prevaricazione e le rivolgono prevalentemente ad altre femmine. Dalle notizie di stampa sembrerebbe, poi, che ci siano delle età a rischio di bullismo, poiché i soggetti coinvolti sono spesso o bambini tra gli 7-10 anni o ragazzi tra i 14-17 anni.

Il bullismo, a differenza del vandalismo e del teppismo, si presenta come una forma di violenza antitetica a quelle rivolte contro le istituzioni e i loro simboli (docenti o strutture scolastiche): queste ultime sarebbero estroverse, dove il bullismo è invece introverso, una sorta di cannibalismo psicologico interno al gruppo dei pari.

Inoltre è da sottolineare come quasi sempre, in particolare nei casi di ostracismo, l'intera classe tenda ad essere coinvolta nel bullismo, attivo o passivo, rivolto verso le vittime del gruppo, tramite meccanismi di consenso, più o meno consapevole, non solo nel timore di diventare nuove vittime dei bulli, o per mettersi in evidenza nei loro confronti, ma perché questi spesso riescono ad esprimere sia pur in negativo, attraverso la designazione della vittima quale capro espiatorio, la cultura identitaria del gruppo.



http://it.wikipedia.org/wiki/Bullismo