venerdì 14 dicembre 2007

IL BULLISMO

Con bullismo si indica un fenomeno sociale tipico delle classi scolastiche, in cui uno o più adolescenti perseguitano sistematicamente e con intenzionalità, con diverse pratiche, un ragazzo più debole. Il bullismo, per essere definito tale, deve presentare le seguenti caratteristiche: le prepotenze devono essere sistematiche ed intenzionali e solitamente è presente una asimmetria fra bullo e vittima . Gli studi sul fenomeno si concentrano quasi esclusivamente sull'ambiente scolastico. Attualmente, da parte dei mass-media, il termine viene anche usato in maniera più ampia e generica, per riferirsi al teppismo e al vandalismo da parte degli studenti.
In scandinavia , dove hanno avuto inizio le primissime ricerche sul fenomeno, si usa il termine mobbing (o mobbning). Tuttavia, sia nel mondo anglosassone che in Italia, con mobbing ci si riferisce unicamente ai fenomeni di prevaricazione interni all'ambiente di lavoro. Il mobbing sarebbe dunque il bullismo che avviene tra gli adulti, e il bullismo, il mobbing che avviene tra i minori. Entrambi i fenomeni, inoltre, presentano caratteristiche analoghe, di solito in forme meno esasperate.
L'atteggiamento del bullo nei confronti del più debole o dei più deboli ha cause che spesso risiedono nell'invidia nei confronti delle vittime, invidia alimentata da un forte complesso di aldleriano di inferiorità. Uno studente brillante, o con una famiglia molto agiata, è vittima del bullo che dimostra la sua superiorità nell'evidenziare i difetti fisici e/o caratteriali della vittima e renderla quindi inferiore, il tutto a vantaggio di una presunta, sconcertante ed irreale gratificazione. Principali vittime del bullismo sono, secondo gli studi più tradizionali che incentrano l'attenzione sulle caratteristiche individuali, gli studenti di grossa corporatura e/o con i tipici tratti facciali da secchione (occhiali, pettinatura ordinata, abiti sobri), subito riconoscibili, o dal linguaggio molto educato e povero delle naturali inflessioni dialettali.
Studi più recenti, sia in Italia che in particolare in Giappone ne sottolineano il carattere di comportamento di gruppo; il processo di designazione della vittima dipende dalle caratteristiche del gruppo e dai suoi processi, tipici dell'età evolutiva, di costruzione dell’ identità e dall'assetto di potere del gruppo. Sarebbe più opportuno allora parlare di bullismi. Si può parlare di bullismo persecutorio quando la designazione è esterna al gruppo: in questo caso è in gioco il gruppo (la banda) e la designazione della vittima è più o meno casuale. Si può parlare di un bullismo di inclusione quando le vittime sono i piccoli che devono sottoporsi a persecuzioni perlopiù ritualizzate per essere ammesse nel gruppo. Si può infine parlare di un bullismo di esclusione laddove la vittima è interna al gruppo (in genere la classe scolastica) e viene umiliata e perseguitata in quanto considerata estranea alla cultura e al modello identitario prevalente nel gruppo. Il bullismo può essere sia "diretto" che "indiretto". Il bullismo diretto consiste nel picchiare, prendere a calci e a pugni, spingere, dare pizzicotti, appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli, minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti sugli altri o rovinarli. Il bullismo di tipo indiretto invece si gioca più sul piano psicologico, meno visibile e più difficile da individuare, ma non è meno dannoso per la vittima di "turno". Esempi di bullismo indiretto sono: l'esclusione dal gruppo dei coetanei, l'isolamento, l'uso di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia. A differenza di quanto si pensi, il bullismo è un fenomeno che riguarda sia maschi che femmine, ma nei due sessi si esprime in due modi differenti. I maschi mettono in atto soprattutto prepotenze di tipo diretto, come aggressioni fisiche e verbali. Le femmine, invece, utilizzano in genere modalità indirette di prevaricazione e le rivolgono prevalentemente ad altre femmine.

fonte: wikipedia

Nessun commento: